La nostra storia

Tratto dai volumi: “1926-1996, 70 anni della Corale Puccini di Sassuolo” (a cura di Alfonso Scibona e Gabriele Bassanetti) e “90 anni in canto. La Corale Puccini di Sassuolo 1926-2016” (a cura di Fabio Panciroli)

La nascita e i primi anni

Il vero fondatore della Corale Puccini di Sassuolo può senza ombra di dubbio essere indicato con reverenza nella persona del grande Giacomo Puccini. A Sassuolo infatti, esistevano già alcune corali, forse è meglio definirli cori, che in gruppi, per lo più parrocchiali, amavano dilettarsi nel canto. ma la morte di Giacomo Puccini, avvenuta nel 1924, diede ad alcuni di questi sassolesi, amanti del bel canto e membri già di qualcuna di queste corali, lo spunto di volerlo ricordare nel tempo.
Ed ecco che nel 1926, dopo due anni di incontri, la Corale Puccini di Sassuolo divenne realtà. Il coro all’inizio, ed è una prerogativa che è stata conservata fino al giorno d’oggi, era formato da coristi di ogni estrazione sociale o, come si usava dire più correntemente all’epoca, di ogni ceto della società civile. Per l’occasione tornarono anche da Modena, dove si erano portati per cantare in qualche corale già importante (tra le quali la Rossini, nata quasi quarant’anni prima) alcuni coristi che divennero colonne portanti della nascente Corale Puccini. 
Il primo presidente della Corale sassolese fu il ragionier Ugo Vacondio; primo maestro invece, dal 1928, fu uno dei fondatori e cioè Guido Montanari. Erano anni pionieristici e non solo per la Corale di Sassuolo. La politica impegnava l’Italia e Sassuolo in una svolta che avrebbe portato all’era fascista, alla seconda guerra mondiale, alla sconfitta prima della rinascita post bellica. Anche dal punto di vista dell’emancipazione femminile i tempi erano duri e la Corale Puccini era formata solo ed esclusivamente da “voci virili”. Anche per questo il repertorio di quegli anni era formato in massima parte da canti popolari, di folclore, lirici e di chiesa. 
La buona impressione e la solidità della corale sassolese impose quasi subito il gruppo all’attenzione dei concittadini, specialmente di coloro che avevano in quel tempo i “cordoni della borsa non molto stretti”. La cronologia dei fatti ricorda che, dopo il doppio cambio di presidenza e direzione, quando ad Ugo Vacondio successe il professor Lino Veroni e a Guido Montanari il sacerdote don Mario Grazioli, avvenne anche un fatto importante. Un gruppo di personaggi dell’epoca, tra i quali l’ingegner Mario Frigieri, il dottor Francesco Caselli ed Elio Ballarini si rivolse ad un possidente concittadino, Olinto Pistoni, perché benevolmente trovasse una sede alla già attiva Corale Puccini. Pistoni, che era stato il fondatore della Banda cittadina “La Beneficenza”, accettò e decise di regalare alcuni suoi immobili situati in via Rocca. La donazione fu suggellata da una delibera ufficiale del podestà dell’epoca, il senatore Antonio Vicini, ratificata dalla prefettura di Modena e registrata con atto notarile numero 6064/4833.
Una clausola particolare venne posta dal mecenate donatore dell’immobile: istituire una scuola di musica con l’obbligo per il maestro, che doveva essere assunto tramite apposito concorso pubblico, di insegnare e dirigere nella scuola di musica, nella corale e nella banda. Dopo la fondazione e dopo che la direzione passò nelle mani e nella bacchetta del maestro Roberto Valgimigli, il primo a dare un vero e proprio “colpo d’ala” ai coristi rendendoli parte attiva e integrante di un coro già di buon livello, con il rinnovamento del già robusto repertorio, ecco la guerra e, per la corale, così come per tantissime attività di tipo culturale, associativo e circoli già attivi sul territorio, fu il buio quasi completo fino al momento della liberazione e quindi fino al 1945. La Corale Puccini quindi nel periodo postbellico ebbe qualche sbandamento e fino al 1947 in pratica non ci furono che incontri sporadici, esibizioni limitate e poche date da ricordare. Di quell’epoca è doveroso menzionare il maestro Benito Corradini, che cercò in tutti i modi di riportarla ai livelli già raggiunti prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Un altro importante momento della storia, forse la “pietra miliare” per il futuro della corale stessa, ci fu nel 1947 quando divenne presidente il cavalier Paolo Gasparini. In un anno la sua opera e la sua dedizione verso la corale portò frutti che ancora oggi si possono definire essenziali per la stessa sopravvivenza della Puccini. Verso la fine del 1948 anche la direzione cambiò di mano e venne affidata al maestro Giampaolo Dondi, che col presidente Gasparini formò un duo di rara capacità organizzativa e professionale della durata di oltre trent’anni. La Scuola Corale Puccini di Sassuolo superò i confini locali e provinciali imponendosi come un complesso maturo, capace di presentare una varietà imponente di brani e, cosa da non trascurare all’epoca (correva l’anno 1968), aprì le porte alle coriste raggiungendo così una dimensione davvero invidiabile nel panorama dei cori dell’intera regione.

Dall’affermazione alla maturità

Il primo grande salto di qualità la Corale Puccini lo fa negli anni ’50, quando comincia ad acquistare una certa notorietà a livello nazionale. Merito probabilmente del maestro Gian Paolo Dondi, approdato alla direzione nel 1948-49 e rimasto per circa 30 anni, in un’unione fra le più felici fra un direttore e il coro sassolese. Fra il 1954 e il 1960 la corale è presente a numerosi concorsi polifonici, a Bologna, Verona, Arezzo, Villafranca, suscitando consensi fra i giurati e il pubblico.
A dare fiducia al gruppo canoro è il primo importante appuntamento, nell’ottobre del 1954, al concorso polifonico organizzato dall’antica Accademia Filarmonica di Bologna. Una lettera autografa del vicepresidente organizzatore, Adolfo Alvisi, al maestro Dondi manifesta già apprezzamento e fiducia nelle doti del direttore e della sua corale. Alvisi confida a Dondi il suo apprezzamento, vista “la passione e la tenacia dei bravi giovani che compongono la società stessa e conoscendo inoltre la Sua pratica ed il suo valore (guida sicura per un buon successo) che certamente la farà segnalare fra le migliori”. Va ancora meglio di quanto previsto: la Puccini vince il concorso. Fra i riconoscimenti legati a questa affermazione c’è anche un consistente premio in denaro, un assegno di 80.000 lire.
Nel 1956 la corale ci riprova e partecipa alla rassegna polifonica di Verona, conquistando una medaglia d’argento nella categoria B. Un risultato lusinghiero, visto l’alto numero (26) delle corali intervenute.
Di ritorno a Sassuolo, il 24 ottobre 1956, organizza un importante appuntamento al cinema Cristallo, una “serata di musica” che coinvolge tutte le scuole cittadine. Oltre alla corale, la cui performance è giudicata “encomiabile” dai quotidiani locali dell’epoca, partecipano alcuni importanti solisti (Otello Zanni) e alcuni giovani di sicuro futuro: fra questi, i promettenti allievi baritono Verrini, basso, il sassolese Bruno Cioni e tenore, Luciano Pavarotti.
Con i successi di Bologna e Verona nel ricordo e dopo una bella e applaudita esibizione a Palestrina, la Puccini partecipa a un’importantissima rassegna internazionale ad Arezzo: tre giornate di concorso in cui sfilano circa 70 complessi vocali, italiani e stranieri. Il coro sassolese, unico partecipante per l’Emilia, arriva decimo nella sua giornata. La manifestazione verrà ricordata comunque ancora parecchi anni dopo dal maestro Dondi e dal suo coro, perché quella fu una delle poche volte in cui la Puccini ebbe l’occasione di cantare a fianco di americani, inglesi, tedeschi, austriaci, spagnoli, portoghesi, francesi e appassionati cantori di tante altre nazionalità.
Meglio si comporta la Puccini, dal punto di vista della classifica finale, a Villafranca Veronese, in un altro concorso istituito per il centenario del trattato di pace di Villafranca. La competizione canora è riservata a gruppi delle province di Modena, Brescia, Verona e Padova: oltre 500 i cantori presenti. La corale sorprende tutti con la sua bravura e arriva alla finale con la Santa Cecilia di Verona, un’autentica istituzione. È addirittura epico il racconto del cronista che, sul Resto del Carlino del 15 luglio 1959, informa che “la Puccini e la Santa Cecilia avevano raggiunto il medesimo punteggio e solo in seguito a una triplice votazione la giuria è pervenuta all’ultima selezione, assegnando il primo posto alla corale di Verona e il secondo alla Puccini”.
Alla manifestazione sono presenti anche il presidente del consiglio e futuro presidente della Repubblica Segni, che premia i sassolesi, insieme ai ministri Colombo e Gonella.

Gli anni ’60 e ’70

È comunque proprio con l’arrivo degli anni ’60 che si chiude l’epoca dei concorsi corali, almeno per la Puccini, che da quel momento si dedica quasi esclusivamente a rassegne non competitive. Si tratta di una vera e propria scelta, maturata con l’evolversi del mondo delle corali. I gruppi amatoriali come la Puccini non erano ancora particolarmente diffusi all’epoca e d’altra parte i concorsi diventavano sempre di più manifestazioni al limite del professionismo, con ingenti spese per le trasferte e le iscrizioni. Arrivò così l’ora delle rassegne corali, dove la parola d’ordine non era più vincere ma conoscersi; i premi diventano solo targhe ricordo, per tutti, e lo spirito quello del volontariato e del piacere di cantare. È con questo spirito che da quel momento la Puccini organizza i suoi appuntamenti a Sassuolo e nel resto d’Italia, riuscendo a viaggiare e divertirsi ancora più di prima.
Nel 1961 anzi, ottiene la soddisfazione della sua prima trasferta all’estero, partecipando a Carquerainne al gemellaggio dei Comuni di Montefiorino e Palagano con la cittadina francese. La corale però in effetti non abbandona del tutto i concorsi, ma partecipa per tre volte a quelli dell’Orsam a Roma, nel 1963, 1967 e 1973, ottenendo in più occasioni prestigiosi riconoscimenti (terzo premio nel 1973).
Nel dicembre del 1967 il professor Martino Lorè, del Conservatorio di musica di Bologna, scrive espressamente al presidente Gasparini per manifestare la sua ammirazione dopo aver visto la Puccini in concerto: “L’affiatamento, l’intonazione, l’interpretazione del vostro coro maschile e misto raggiungono effetti di estasi difficilmente da potersi udire da altri complessi qualificati. Il merito è senza dubbio della sensibile cultura musicale del direttore, ma bisogna riconoscere che l’impegno e la qualità sono anche dei componenti del coro stesso”. Da notare che nella lettera si fa per la prima volta riferimento a un coro misto, quindi aperto anche alle donne, che entreranno a far parte della Puccini in modo ufficiale solo dal 1968 ma che evidentemente erano già “in prova” a quell’epoca.
Nasce nel 1976 la rassegna corale “Città di Sassuolo” con risultati ottimi fin dalla prima edizione, come testimoniano i ringraziamenti arrivati da parte del Comune e di alcune delle corali invitate. Se la Corale ormai a Sassuolo è famosa, possono ancora comunque capitarle “incidenti” come quello, curioso, accaduto nel maggio ’79 e narrato dal Resto del Carlino dell’epoca. Viene organizzato, con alcuni mesi di preavviso e un notevole lavoro nella preparazione di un programma musicale adeguato, un concerto-lezione per le scuole medie. Si concretizza il progetto, si fissa una data e si decide il posto, il teatrino della scuola più moderna di Sassuolo, la Ruini, in grado di ospitare tutti gli interessati. E poi? “La corale prepara il programma – racconta il giornale – fa le prove, si presenta al completo al momento e al luogo fissato, col maestro Dondi e signora appositamente venuti da Modena ma…non trova nessuno, tranne due insegnati e una decina di ragazzi”. Ma la corale c’è, i canti sono pronti e rinunciare all’esibizione non sarebbe bello. Allora si decide di andare a chiamare in gran fretta gli anziani ospiti della casa di riposo “Valentini” (l’odierna Casa Serena). L’inconveniente è risolto, la corale “snobbata” dagli studenti si rifa cantando per gli anziani.

Dagli anni ’80 ai giorni nostri

All’inizio del 1982 il maestro Gian Paolo Dondi, dopo un trentennio, è costretto per motivi di salute a lasciare la corale, che sotto la sua guida si è trasformata da gruppo di amici cantori in un complesso vocale affiatato e rinomato in Italia. Per il maestro Dondi ci sono cene di addio e una medaglia d’oro in ricordo della sua preziosa opera. Nel frattempo, mentre le esibizioni in pubblico si diradano, si cerca il sostituto, che nello stesso 1982 viene trovato nel giovanissimo Mirko Bondi. Il promettentissimo maestro ha il suo “battesimo di fuoco”, dopo alcune esibizioni locali, alla rassegna “Corisettembre” di Acqui Terme, molto rinomata, che si tiene in un teatro gremito, con meritati applausi per il gruppo di cantori sassolesi. La Puccini si esibisce poi nei tradizionali appuntamenti col “Città di Sassuolo” e in Duomo alla prima edizione di “Vocincoro”, altra rassegna dedicata alle corali. Qualcosa è certamente cambiato nella Puccini, specie nel suo repertorio, che si identifica sempre di più con i gusti del nuovo maestro Bondi, appassionato di canti corali americani, con un corposo accompagnamento musicale. Entrano nella scaletta della corale brani come “I don’t know how to love Him” (da Jesus Christ Superstar), “Maria” (da West Side Story), “Acquarius” (da Hair), “Summertime”. Arrivano le basi musicali preregistrate, il ritmo; un cambiamento, lo ammettono gli stessi coristi intervistati a quel tempo sulla Gazzetta di Modena, digerito con difficoltà da alcuni, ma generalmente approvato, per “cercare di portare il nostro canto a un maggior numero di persone”.
Il 19 settembre 1986 se ne va, dopo una lunga malattia, Gian Paolo Dondi, il maestro amato e rispettato a Sassuolo per trent’anni. La corale lo ricorda commossa nel trigesimo, cantando per lui alla Messa dell’Artista di Modena e poi ancora in diverse altre occasioni. Nel 1986 cambia anche la direzione della Puccini. Mirko Bondi lascia e andrà a fondare l’associazione “Amici della Musica” Nino Rota di Fiorano, dove continuerà con successo le sue proposte di canto corale moderno. La corale sassolese si affida invece al maestro Gianni Guicciardi, che riporta in auge il canto polifonico classico; il nuovo maestro debutta su un palco impegnativo con l’undicesima rassegna “Città di Sassuolo” e il suo è un grande successo. Nel 1987 un’altra colonna portante si allontana dalla Puccini: è il presidentissimo Paolo Gasparini, per quarant’anni alla guida del complesso. Resta come presidente onorario, ma a lui si affianca nella conduzione Domenico Bertolani.
Dal settembre del 1989 assume la direzione della Puccini Francesco Saguatti, un maestro energico ed esperto, che ha avuto anche l’onore di partecipare a registrazioni musicali insieme a Luciano Pavarotti. Con lui il coro assume veramente una dimensione internazionale e riprende una maturazione complessiva che lo porta a livelli raggiunti raramente in passato. La Puccini ora è in grado di cantare partiture anche molto complesse; la corale comincia a intensificare il numero delle sue esibizioni anche a livello locale, moltissime delle quali sono legate a scopi benefici: i cantanti sassolesi si esibiscono per raccogliere fondi a favore della Tac per il nuovo ospedale, per Casa Serena, per i bambini dell’Armenia, per mille altre cause. La bontà dell’opera compiuta dalla corale viene anche riconosciuta con un premio, ricevuto durante il Meeting Giacobazzi alla polisportiva Modena Est: riceve il premio intitolato a Giovanni Torri per la sua opera di volontariato, nella promozione della musica soprattutto presso i giovani (con l’istituzione della corale junior) e per l’impegno nel sociale.
Nel 1991 scompare, a 85 anni, il cavalier Paolo Gasparini, presidente della Puccini per quarant’anni, l’uomo che, insieme al maestro Dondi, aveva dato la continuità e una decisiva evoluzione alla vita del gruppo canoro.
Nel 1992 invece la Corale Puccini e Luciano Pavarotti si incrociano nuovamente: lui non è più il giovane promettente del loro primo incontro, ma il tenore più famoso del mondo. A Villanova San Pancrazio riceve il Premio della bontà e a cantare alla Messa è proprio la Puccini. Pavarotti a fine Messa di avvicina e fa i complimenti ai cantori sassolesi; per quanto molti lo invitino a cantare preferisce non farlo, ma il ricordo di quell’incontro è ancora vivo e documentato da una grande foto appesa in sede.

I viaggi in Italia

Da Verona ad Alessandria, passando per Sanremo, Parma, Cremona fino al confine con la Svizzera: dal 1997 ad oggi sono tanti i luoghi in Italia in cui la
Corale Puccini si è fatta ambasciatrice della città di Sassuolo e della sua musica.
Un breve excursus di questi vent’anni di viaggi in giro per lo stivale, rende un’idea di quanti chilometri abbia percorso la Corale Puccini, portando con sé, oltre alla passione per il canto, quella “sassolesità” che la rende unica nel panorama nazionale.
Nel 1997 si è partiti da Negrar, in provincia di Verona, per poi proseguire a San Ginesio (MC) ed a Cutigliano (PT).
L’anno dopo, nel 1998, la Corale si è esibita a Cesena, Venezia, Camigliano (LU) e Solarolo (CR); un solo viaggio, invece, a Ferrara nel 2000.
A Cannobio, in provincia di Verbano Cusio Ossola, ai confini con la Svizzera, e a Massa Lombarda (RA) nel 2001; a Volterra nel 2002 e a Sanremo nel 2003; Monfalcone e Carpi nel 2004, Prato e Calceranica (TN) nel 2005.
Poi ancora: Igea Marina e Fosdinovo (MS) nel 2006, Spresiano (TV) e Novi nel 2007; Parma l’anno dopo e Cremona nel 2009 (foto pagina a fianco).
Il 2010 ha visto la Corale Puccini esibirsi a Venaria Reale, l’anno dopo a Fiera di Primiero (TN) e Orvieto per poi andare a Lugo nel 2012 ed Acqui Terme nel 2013, Roma, Ciampino e Pesaro nel 2014, Vezzano (TN) nel 2015, Agordo e nuovamente Massa Lombarda nel 2017, Cecina nel 2018 e, recentemente, Ravenna nel 2019.

I viaggi all’estero

Dal 1991 inizia il periodo delle grandi trasferte per la corale: a maggio di quell’anno infatti, accogliendo l’invito dei padri cappuccini di Modena, il consiglio del coro aderisce alla trasferta per il Simposio su San Giovanni Apostolo che si tiene in Turchia contemporaneamente all’apertura dell’anno mariano di Efeso. La corale sassolese, durante questa trasferta, ha cantato la Messa solenne officiata dall’intera conferenza episcopale cattolica della Chiesa turca nel Santuario di Maria Vergine in occasione del centenario del ritrovamento della casa della Madonna ad Efeso. Altro appuntamento di notevole rilievo è stato, il giorno successivo, l’esecuzione di alcuni brani al momento dell’inaugurazione del Simposio su San Giovanni Apostolo e la partecipazione alla serata musicale tra le rovine di Efeso davanti alle maggiori autorità turche con l’orchestra giovanile del Mediterraneo, composta principalmente da strumentisti greci e turchi. 
Dall’anno successivo le altre trasferte nei principale Paesi europei comprendono l’Austria (1992, Avvento a Vienna: chiesa di Liechtental, Kapucinerkirche e Festsaal, la sala delle feste del Municipio viennese), Praga (1995, Festival internazionale di musica sacra, esecuzione della Messa dell’Incoronazione di Mozart con l’Orchestra di Radio Praga), Cantonigros (in Catalogna, nel 2000, in occasione del Festival Internacional de Musica), Kifisia (Grecia, anno 2001, rassegna corale internazionale), Monaco-Sanremo (2002, esibizione nella Chiesa di Santa Devota a Montecarlo e nella All Saint Church di Sanremo), Ungheria (2006, Festival Internazionale di Canto Corale nel castello di Gödollo e accompagnamento della Messa nella Basilica Cattedrale di Santo Stefano a Budapest), Valencia (settembre 2008, concerto nell’Auditorium Petxina e S. Messa nella Iglesias Dominicos), Ratisbona (settembre 2016, S. Messa e concerto presso la St. Wolfgang Kirche).