I Maestri

Simone Guaitoli. Nato nel 1979, nell’a.a. 2005-06 si laurea presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna, corso di laurea D.A.M.S. indirizzo Musica, con il massimo dei voti e la lode, con una tesi in Storia della Musica Moderna e Contemporanea. Nel novembre 2007 ha partecipato in qualità di relatore libero all’XI Colloquio di Musicologia organizzato a Bologna dalla rivista Il Saggiatore musicale, con la relazione Ambiguità costruttiva, logica formale e poetica del pezzo breve nelle “Fantasie op.116” di Brahms.

Ha scritto note introduttive e programmi di sala ad indirizzo musicologico per numerosi Enti, tra cui Accademia Filarmonica di Bologna e Ravenna Festival; ha curato conferenze e lezioni-concerto per vari enti e istituzioni della Provincia di Modena.

Nell’a.a. 2004-05 si diploma in pianoforte presso l’Istituto Musicale Pareggiato “O. Vecchi” di Modena con il massimo dei voti e la lode, sotto la guida della prof.ssa Enza Iori, nella cui classe ha anche concluso una attività biennale di tirocinio. Si è esibito in duo pianistico o in formazione cameristica a Trento nella sede dell’Accademia Filarmonica, a Bologna nella Sala Mozart dell’Accademia Filarmonica, a Vienna nell’ambito delle attività di scambio culturale organizzate dai Conservatori di Modena e Vienna, a Modena al Teatro Comunale, in occasione delle iniziative programmate per la Settimana della Cultura.

Ha collaborato e collabora in qualità di pianista accompagnatore con alcune corali della provincia di Modena, come la Corale Puccini di Sassuolo, il Coro folk S. Lazzaro e la Corale “Mutinae Cantores” di Modena. Con tali complessi si è esibito in più occasioni in Italia (tra gli altri luoghi: Basilica Inferiore di S. Francesco ad Assisi, Cattedrale di S. Pietro di Bologna, Duomo di Orvieto, Certosa di Pavia, Chiesa di S. Maria in Trastevere a Roma, Santuario di Loreto, Sala Mahler di Dobbiaco) e all’estero (Chiesa dei Domenicani di Valencia, American Church di Parigi, Chiesa Rezsö Plat di Budapest, Chiesa di St. Andrew’s and St. George’s West e Pilrig Studio di Edimburgo – in occasione del festival Fringe, Pfarrikirche Mülln di Salisburgo, Chiesa di St. Joseph di Ginevra, St. Wolfgang Kirche di Ratisbona).

Si esibisce in duo con il sassofonista Giorgio Mattei e con i pianisti Francesca Berardi e Alessandro Rinaldi.

Nel giugno 2007 ha ricevuto il premio “C. Campori” quale migliore allievo dell’Istituto “O. Vecchi” nell’a.a. 2004-05.

Dal 2012 ricopre il ruolo di Segretario Artistico nell’associazione Amici della Musica di Modena.

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Francesco Saguatti. Nato a Modena nel 1960, ha compiuto gli studi musicali presso l’Istituto “O. Vecchi” di Modena sotto la guida di Mirella Gollini per pianoforte, di Isacco Rinaldi, Giovanni Indulti e Paolo Marenzi per composizione e organo, e in seguito di Padre Pellegrino Santucci al Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze, dove si è diplomato in Musica corale e Direzione di coro. Di professione funzionario di banca, ha sempre coltivato la sua passione per la musica sia come direttore e compositore sia come elaboratore, maestro collaboratore e accompagnatore in teatro, e, in oltre 25 anni di attività, ha lavorato con alcuni dei più prestigiosi cantanti italiani, fra i quali Luciano Pavarotti e Raina Kabaywanska.
Dal 1989 è alla guida della Scuola Corale “G. Puccini” di Sassuolo, con la quale ha allestito e diretto, in collaborazione con prestigiosi gruppi orchestrali, le più importanti opere sacre sinfonico-corali. Dal 1990 al 1994 è stato anche organista e vice-maestro di cappella del Duomo di Modena e ha al suo attivo numerose trascrizioni ed elaborazioni di musica corale nonché diverse composizioni sacre per coro a cappella.
Per diversi anni è stato consulente musicale e maestro del Grande Coro, nato dall’unione dei tre più antichi gruppi corali del modenese, per il “Festival Internazionale delle Bande Militari”. Recentemente, assieme agli altri pianisti della Corale Puccini, ha formato una inedita formazione denominata “Sei mani all’opera” dove vengono presentate, nelle trascrizione per pianoforte a sei mani, le sinfonie e le arie delle più famose opere liriche.

Il Maestro visto dai coristi

Un tenore: Tazzioli
Volete sapere qual è la caratteristica del Maestro Francesco Saguatti che più mi colpì all’inizio della sua esperienza con noi? Sicuramente la sua calma durante le esecuzioni…
A tale proposito ricordo la sua prima direzione alla Rassegna Corale dell’ottobre 1999: appena salito sul palco e constatata la nostra tensione, ci ha guardato tutti uno ad uno, poi sorridendo ci ha detto “ahò, dobbiamo soltanto cantare”.
È evidente anche la sua grande passione per la musica sacra (dal gregoriano ai contemporanei, compreso lui), patrimonio importantissimo della cultura universale, oltre alla cura con la quale predispone i brani per le numerose liturgie che abbiamo animato, memore del detto di Sant’Agostino “Chi canta prega due volte”. Per questo si possono perdonare alcune sbavature liturgiche.
Ma è soprattutto nei Concerti di Natale che si esprime la grandezza del nostro Maestro. Chi mai avrebbe potuto immaginare che da un coro di puri dilettanti uscissero splendide esecuzioni con brani anche molto impegnativi di famosissimi autori? Chi può dimenticare le opere complete di Mozart, Rossini, Gounod, Puccini? E i difficili ma bellissimi brani sacri di Bach, Handel, Schubert e Mendelssohn. Per questo si può ben dire che la Corale Puccini è diventata uno dei più importanti patrimoni culturali di cui i sassolesi vanno fieri.
Caro maestro, “ad multos annos”. Continua così e con tanta passione porta la gloriosa Puccini ai 100 anni. Te lo augurano di cuore tutti i coristi della sezione
“vil razza dannata”.

Un basso: Stefano Tosi
A volte ci guardiamo e ci diciamo che siamo una corale di diversamente giovani
ed è probabilmente vero specialmente se si guardano le foto riprese dall’alto dove bianco e lucido ci danno la giusta idea dell’inesorabile trascorrere del tempo. Ma guardiamo meglio nel profondo e cerchiamo di capire come stanno realmente le cose. Evidentemente la cura ultra decennale propinataci da Saguatti ha dato i suoi effetti perché, invece che brontolare per un brano ricco di difficoltà musicali, ci siamo abituati ad affrontarlo con determinazione ed impararlo in tempi a volte veramente sorprendenti. Quanti sono i cori di dilettanti come noi che possono proporre in giro un programma talmente vasto da poter assecondare qualunque richiesta ci venga posta sia essa cerimoniale, celebrativa, sacra, profana, lirica? Possiamo vantarci di essere stati i primi in provincia ad affrontare il Requiem di Mozart, quello di Fauré, di Rutter. I primi ad eseguire la Messa di Gloria di Puccini, la Messa di Santa Cecilia di Gounod e il Magnificat di Bach. E che dire dei compositori tipo Poulenc, tanto caro al maestro, che producono musica piena di dissonanze che sembrano stonature ma che noi tranquillamente impariamo? E il rapporto con le lingue straniere? Di fronte al giapponese, tedesco e russo ci sembrano quasi facili anche l’inglese, il francese e lo spagnolo che pochi di noi conoscono. Per non parlare del ritmo.
Se qualcuno avesse detto a noi bassi (notoriamente vocalmente lenti) che
avremmo imparato una parte solistica sincopata, certamente avrebbe suscitato la nostra ilarità: eppure ora il brano è tranquillamente in programma. Morale della favola, Francesco ci ha allenati ad avere una tale apertura mentale che difficilmente ci arrendiamo e superiamo qualunque ostacolo.
Vogliamo parlare del maestro in veste di compositore e arrangiatore? Non si contano i brani che ha scritto e le occasioni che lo hanno ispirato a volte a dedicare musica a persone che non ci sono più. Quando però si imparano i suoi brani dobbiamo essere assolutamente pronti a tutto perché è “work in progress”, parolaccia che vuole dire che ad ogni prova cambia qualcosa nella partitura e guai a non ricordarlo la volta dopo. Dicono che i compositori sono tutti così… sarà, ma che fatica!
Volete sapere che cosa succede in sede nelle serate di prova? Alle 21 (più o meno in punto) Enrico distribuisce le nuove partiture (chi sta a casa per oltre una settimana si perde metà repertorio), le sezioni femminili (guarda caso) seguono il maestro nella sala attigua mentre quelle maschili rimangono affidate alla pazienza di Simone che insegna le parti alle singole sezioni tra le quali nasce spesso la simpatica competizione su chi è più veloce ad imparare.
La pausa delle 22,15 è spesso destinata (per non perdere il vizio) a veloci rinfreschi per compleanni e ricorrenze ed alle 22,30 non manca la prova di assieme che stabilisce chi ha imparato meglio, generando a volte battibecchi circa l’imparzialità del maestro che risolve il problema con autorevolezza: buoni, altrimenti ho pronto un brano di Poulenc. E tanto basta.
E che qualcuno mi venga a dire che in corale ci si annoia…

Un soprano: Chiara
Essere diretti dal Maestro Saguatti è certamente un privilegio: ha la straordinaria
capacità di tenere unito da oltre 25 anni un gruppo di persone così eterogeneo che più non si può! Pensionati, casalinghe, consulenti del lavoro, insegnanti, commercianti, colonnelli, avvocati, agenti di commercio, imprenditori, studenti, commesse, tutti uniti dalla passione per il canto. Anche se i suoi metodi a volte non sono molto ortodossi, è impossibile non affezionarsi a questo Bud Spencer che quando sale sulla pedana del direttore hai sempre il terrore che voli chissà dove! Personalmente più di una volta, vista la mia posizione quasi centrale nello schieramento del coro, ho dovuto cantare evitando (come in un duello con le spade) le sue manone che svolazzavano qua e là armate di bacchetta. Perlomeno sono stata più rapida di quella povera creatura che subì il lancio degli spartiti direttamente sulla testa. Lui è fatto così: ma è impossibile non volergli bene.

Un contralto: Samantha
Mi è stato chiesto di rispondere alla domanda: chi è il maestro Francesco Saguatti
e dopo una breve riflessione la risposta mi è chiara: PASSIONE, PASSIONE e PASSIONE. Passione che si può tranquillamente declinare in tante sfumature quali professionalità, autorevolezza, decisione, positività, amore (per la vita, per la famiglia, per il cibo, per la squadra del cuore), pazienza, fede, ottimismo, irruenza, responsabilità, gioia, generosità, tutti aspetti che ritroviamo sia nella gestione del coro in quanto istituzione che della corale in quanto persone che la compongono, sia nell’ambito dell’esercizio della sua funzione di maestro che di compositore ed esecutore.
Insomma sa capire cosa è in grado di fare col suo coro e considerando che la sezione dei bassi smazzola con violenza, che la sezione dei soprani ha gli stessi suoni di una sirena spompa e la stessa tenuta delle sfiatate di Messina, che la vil razza dannata dei tenaur sono così lenti che per terminare il concerto di Natale arrivano a S. Stefano e che i contralti hanno un suono tanto intonato, preciso, con fiato e con tanta grinta da fargli venire la fibrillazione atriale… beh direi che sa proprio fare le nozze con i fichi secchi! Mia mamma, assidua spettatrice dei nostri concerti, dice che quando cantiamo emaniamo tranquillità, impegno e allegria e che si vede che siamo un gruppo affiatato e che rema nella stessa direzione che è quello di far star bene e acculturare chi si incontra nella e con la musica.
Lunga vita alla Corale Giacomo Puccini e al noster mester!